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Diario di bordo - Un ricordo

Elaborato delle lezioni

Consegna: “Immaginate che un giorno, molto tempo dopo la vostra scomparsa, uno dei vostri nipoti (o per chi non ne avrà, può essere una persona vicina, di due generazioni successive e già adulta) chieda di voi e della vostra vita. Come vi piacerebbe essere ricordati e descritti?” Sintetizzate in uno scritto di 15-20 righe (mezz’ora)

(Ilona Boniwell (2015). La scienza della felicità. Introduzione alla psicologia positiva. Bologna, Il Mulino)

"Il vecchio zio era un po' eccentrico. A 90 anni ancora aveva mille interessi e giocava, cantava e passeggiava fischiettando con quel suo sorriso sornione. Aveva un gran testone pelato e baffi bianchi che profumavano di arancia e cioccolato. Quando ti abbracciava volevi perderti in quel profumo. E lui ti abbracciava sempre quando ti incontrava. Ti stringeva forte come mai ti saresti aspettato da un ometto di quell'età.Il vecchio zio fino alla fine è stato un punto di riferimento, un porto sicuro a cui approdare. Potevi affidargli le tue storie e i tuoi racconti perché sapevi che lui li avrebbe conservati. Lo capivi mentre gli parlavi perché ti vedevi riflesso nei suoi occhi, al di là degli occhiali. Vedevi in essi le tue emozioni, le tue gioie, le tue paure e quelle emozioni, quelle gioie e quelle paure diventavano le sue. Sapevi che parte d te diventava parte di lui e ogni tuo peso grazie a lui diventava più leggero. Dopo aver parlato con lui ti sentivi migliore e più felice di essere te stesso, di avere un ritaglio di tempo e di spazio in questo mondo. Perché lui non ti giudicava mai, ma ti faceva sentire amato e benvoluto. E fino alla fine la sua risata è stata piena e contagiosa. Se faccio silenzio ancora la sento. E se chiudo gli occhi riesco quasi a sentire quel profumo di arancia e cioccolato."

S.

 

Ho immaginato che un giorno la mia pro nipotina nel ricordare la mia figura, dicesse queste parole:
“È stata una donna che ha amato molto la vita e l’ha vissuta intensamente e pienamente, mettendo tutta sé stessa in tutte le cose che ha fatto, con entusiasmo. Non ha mai tradito sé stessa e i valori in cui ha creduto. Ha sempre cercato di realizzare i suoi sogni, raggiungere i suoi obiettivi senza danneggiare nessuno, con onestà, coraggio e perseveranza, superando gli ostacoli e non arrendendosi mai. Ha aiutato tutte le persone che ha potuto, con umanità e senza chiedere nulla in cambio, e per molti è stata un punto di riferimento per la sua saggezza ed esperienza. Ha amato molto la sua famiglia e i suoi cari, ne ha avuto grande cura e ha trasmesso valori positivi, li ha protetti e tutelati. Mi sono fatta l’idea che avesse una personalità forte ed eclettica, che avesse molti interessi, che fosse una persona molto curiosa di tutto e che le piacesse scoprire cose nuove nei luoghi, nelle persone. Doveva essere una persona interessante e mi sarebbe piaciuto conoscerla, accompagnarla nelle sue avventure, nelle sue esperienze e magari, anche averla come guida nelle esperienze della vita. Sono sicura che saremmo andate sicuramente d’accordo e probabilmente, ci sarebbero stati molti interessi in comune da condividere! E chissà quante cose avrebbe potuto raccontarmi, magari alla sera mentre io, rannicchiata sotto le coperte, aspettavo di addormentarmi...”

E.

 

Mi piacerebbe essere ricordata come una persona semplice ma non ordinaria, non troppo osservante delle regole e delle convenzioni ma determinata e appassionata nel perseguire i propri obiettivi con tenacia. Una persona ottimista e libera, non condizionata né dai giudizi altrui né dai pregiudizi verso gli altri. Una persona generosa e sensibile agli altri, ma anche capace di pensare a sé stessa e al proprio benessere: amava tanto viaggiare e conoscere le altre culture (preparare un viaggio e partire erano tra le cose che la entusiasmavano di più!), uscire con gli amici e divertirsi. Una persona con forte senso del dovere, che ha svolto con passione il suo lavoro di insegnante e che nonostante ciò è riuscita, grazie alla sua forza di volontà, a realizzarsi e a reinventarsi nel lavoro nella seconda parte della sua vita.Una persona con grande amore verso la famiglia, che ha sempre messo al primo posto nei suoi pensieri il marito, i figli e i nipoti, che adorava riunire in momenti conviviali intorno a un buon pranzo o cena che preparava con impegno, senza però rinunciare alla propria indipendenza. Una persona curiosa che non ha mai smesso di leggere, studiare, approfondire le proprie conoscenze, cercando di trasmettere ai propri cari pillole discrete di saggezza. Una persona creativa in grado di trovare soluzioni estemporanee a situazioni di crisi. Elisabetta era così: sapeva sorprendere, stupire, divertire con il suo senso dell’umorismo ma soprattutto era un punto di riferimento per tutti quelli che la conoscevano.

E.

 

Vorrei che di me si ricordasse la tenacia. Che i miei nipoti parlando della nonna dicessero che era molto forte e non smetteva mai di cercare, migliorare ed appassionarsi. Che è riuscita a ribaltare il suo destino. Che seppur di umili origini e con un passato pieno di difficoltà è riuscita a fiorire come una rosa che dal rovo riesce a germogliare dei bellissimi petali delicati e prendere dalla vita tutto (o quasi..) quanto desiderava grazie alla sua determinazione.
Crescendo in un ambiente ostile senza arti ne cultura, è riuscita a studiare ed appassionarsi alla ricerca della bellezza della vita e del mondo. A scegliere un uomo che le ha restituito tutto l’amore di cui aveva bisogno per rinascere e a costruire una famiglia dove la mamma è cresciuta piena di amore, rispetto, etica, libertà e creatività e che è riuscita a trasmettere alla mamma la curiosità e la voglia di mettersi in gioco sempre per evolvere e migliorare. Una donna che dopo aver salvato sé stessa ha avuto la capacità di guardare oltre e vedere il bisogno degli altri dedicando le sue energie al prossimo per una società migliore.

C.

 

Non ho mai incontrato la prozia di persona, ma ha lasciato talmente tante fotografie che non è difficile ricostruire quasi tutta la sua vita attraverso gli scatti recuperati sulle decide di hardisk che teneva in casa di riserva, perché aveva "paura che potesse finire lo spazio per i ricordi", pare ripetesse.  La fotografia era una cosa che le riusciva bene perché è un mezzo che riesce a cogliere l'aspetto esteriore e interiore delle cose, delle persone e dei luoghi, un po' come sapeva fare lei. Le bastava uno sguardo e qualche breve parola per capire all'istante le "energie" di chi aveva di fronte. Secondo me, qualcosa del "filosofo" l'aveva perché era una persona dedita alla ricerca, non metodologica o scientifica, più della scoperta, della meraviglia, dello stupore. D'altronde una che fa così tante fotografie deve trovarci qualcosa di ancora molto stimolante e interessante nel mondo..

Negli anni aveva mantenuto un aspetto un po' "freak", mai grottesco o fuori luogo, semplicemente aveva uno stile personale nell'abbigliamento soprattutto, che la faceva passare non inosservata. Poteva piacere o non piacere, ma di sicuro bisognava apprezzarne la cura che ci metteva.  Ha viaggiato davvero tanto e credo fosse la cosa che più le piaceva fare, nonostante la tenesse lontana dalla famiglia. Viaggiava sia per vedere che per conoscere, e si vede che al ritorno da ogni viaggio portava con sé un pezzo di ciò che trovava; quando e se tornava, perché è capitato diverse volte che si fermasse a vivere per qualche tempo nel luogo che incontrava.  Tutte le esperienze che l'hanno arricchita le ha fatte accompagnata dal suo innamorato; aveva un forte legame con lui e questo si sa perché ha sempre insistito quasi nell' inculcare negli altri l'importanza dell'amore, nei gesti e nella comunicazione e nell'emotività. A me avrebbe un po' stufato sentir ripetere queste cose, e probabilmente era così per qualcuno, ma se ci penso invece è qualcosa a cui fare riferimento, nel presente un po' egoista e disincantato in cui viviamo.

E.

 

 “Mia zia Elena era una persona gentile, sempre pronta ad aiutare gli altri ma senza mai perdere l’amore per sé stessa. Oltre a svolgere con molta serietà e passione il suo lavoro, cioè insegnare alla scuola primaria, era attiva nella lotta alla violenza di genere e credeva fortemente nella libertà delle donne. Nel suo piccolo mi ha sempre insegnato a diffidare degli uomini che gentilmente o meno impongono un comportamento alla donna o ne limitano ogni forma di libertà, in particolare lavorativa. Mi ha insegnato che esistono molti tipi di violenza e non solo quella fisica. Insieme abbiamo partecipato a diverse manifestazioni in difesa dei diritti delle donne ed è stato bellissimo sentirsi parte di un genere da valorizzare.

Certo, la zia a volte, esagerava e vedeva tracce di maschilismo ovunque!

Lo zio era bravissimo (un santo!)..anche lui era diventato femminista e veniva con noi a manifestare. Rispettava la zia moltissimo ed erano davvero una coppia piena di rispetto reciproco e amore vero.

La zia Elena era abituata a lottare per la sua indipendenza, anche dalla sua famiglia. Pensa che quasi al termine degli studi in Medicina e Chirurgia, ha deciso di cambiare percorso di vita contro il parere di tutti i suoi cari. Nonostante questo ha ricreato la sua strada da zero, ha vinto concorsi nel settore dell’insegnamento ed è diventata una buona maestra. Anche a me piacerebbe avere la capacità di decidere di cambiare e ricominciare da zero se qualcosa non mi convince nel profondo. Infatti, quando penso se è il caso o meno di prendere alcune decisioni importanti, penso alla zia, a cosa mi direbbe lei.

Mi direbbe: ”Siediti..respira..ascoltati.. senti se il brivido arriva o no.. solo allora capirai se stai facendo la scelta giusta per te. E ricordati.. ogni decisione dipende solo da te, non farti influenzare da nessuno. Questa è libertà”.

E.

 

Mi piacerebbe essere ricordato come il nonno che ha contribuito a lasciare un’impronta forte e positiva nel modo di affrontare la vita. Un nonno che ha aperto gli orizzonti al proprio figlio, facendolo uscire dal vincolo del “tanto è già tutto deciso”, dando quella spinta che lo ha portato ad un salto di prospettiva. Spinta al padre, che è servita da trampolino per il proprio nipote, che si trova oggi a ringraziare il proprio nonno. Il tutto inizia grazie al nonno, che ha fatto capire al padre un concetto molto semplice: se vuoi qualcosa, devi rimboccarti le maniche, il risultato arriverà. Senza vergognarti di esserci riuscito o di essere stato il primo.

P.

 

È stata una persona capace di cambiare e di confrontarsi con l'idea di sé e cambiare, dove necessario. Mi hanno raccontato che è stata la prima donna della sua famiglia a laurearsi, vivere da sola, affermarsi come individuo ed ha amato viaggiare e vivere in posti diversi. La sua porta era sempre aperta per tutti, senza essere invadente, non ti lasciava mai con una risposta perché non ti risolveva i problemi, ti aiutava a credere nelle tue capacità. Era capace di gesti amorevoli ma era anche risoluta, volitiva ed anche un po' rudiva, ma tutti ne hanno sempre parlato come una persona di cuore, amante della vita e della diversità. Una frase che ripeteva spesso era "mai provi, mai sai" ed a noi, ed in chi l'ha sconosciuta, ha regalato un po' del suo coraggio.

R.

 

Mi piacerebbe che i miei nipoti raccontassero ai loro figli che la loro nonna è stata una donna coraggiosa: “Pensate ha ricominciato a studiare a 57 anni e avreste dovuto vedere con che entusiasmo e impegno. Era molto amorevole, ci accoglieva sempre con un abbraccio e un bacio, infatti abbiamo nitido il ricordo del suo profumo in questi abbracci, perché la nonna era una donna molto “vanitosa” metteva il profumo anche quando non doveva uscire!
La sua grande pazienza quando ci aiutava nei compiti dove però riusciva sempre a valorizzarci e a galvanizzarci “Dai Chicco! Sei stato bravissimo!” Noi ci divertivamo con la nonna, ma il bello è che lei si divertiva davvero con noi. Dopo il cinema commentavamo assieme il film assieme imitando alcuni personaggi e cantavamo in macchina al ritorno la canzone che ci era rimasta in testa. Eh sì! Era un bel tipo la nostra nonna! Ci sono rimasti nitidi i sapori della sua cucina; appena entravamo in casa sua non so perché ci veniva sempre un po’ di fame, c’era il profumo di “cibo di nonna”, per non parlare dei suoi mitici toast! Ci sentivamo così amati, senza nessuna condizione, da questa nonna e così  orgogliosi del suo lavoro, perché lei era il capo! Aveva un suo ufficio, “comandava” altre persone. Però a casa sua ci sentivamo in un nido speciale dove potevamo andare e tornare.”

N.

 

Vorrei che tua mamma ti raccontasse delle nostre letture interminabili, del mio amore per i libri, per la natura, per gli animali e per i colori. Vorrei che ti raccontasse delle favole che le leggevo, di quelle più strane e fantasiose. Vorrei che ti raccontasse delle nostre lunghe passeggiate in riva al mare, guardando lontano senza trovare confini. Vorrei che ti raccontasse delle nostre serate a guardare le stelle, e a dare un nome ad ognuna di loro. Vorrei che ti raccontasse del mio desiderio di provare a cambiare quel piccolo pezzo di mondo che era la mia quotidianità, aiutando gli altri a trovare una seconda possibilità. Vorrei che Andrea ti raccontasse che non sapevo disegnare ma che amavo guardarla, con il pennello in mano, creare disegni meravigliosi. Vorrei che ti raccontasse che lei era la mia stella polare ed io il suo porto sicuro dove attraccare. Vorrei che ti raccontasse dei nostri lunghi abbracci la mattina al risveglio e del bacio della buonanotte, appuntamento irrinunciabile.

A.

 

 “amava la vita, capace di “danzare sotto la pioggia”

Una donna che non aveva paura di provare, di sbagliare, curiosa del mondo e degli altri, capace di meravigliarsi, vicina a chi voleva essere avvicinato, rispettosa delle scelte altrui e delle proprie, aperta al diverso e alla diversità, disponibile al nuovo, capace di entrare in contatto con le emozioni e a starci dentro con presenza e lealtà.

Amante del bello, innamorata della natura, il cielo, il mare, I prati, le “sue montagne”, I boschi, ma anche dei paesaggi umani, interiori, della neve quando cade a fiocchi lenti sulla terra e ricopre ogni cosa, delle proprie origini e dei viaggi.

Capace di sopportare I silenzi e di stare nel rumore anche quando è caos; non spaventata dal tempo che passa; una donna che ha vissuto pienamente.

Un'amica, una figlia, una sorella, una compagna, una mamma e forse, chissà, una nonna attenta e accogliente, con la porta di casa e il cuore mai chiusi a chiave.

R.