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  • COMUNICATO CIPRA SU INCHIESTA SERVIZI SOCIALI DI BIBBIANO

    COMUNICATO CIPRA - INCHIESTA SERVIZI SOCIALI DI BIBBIANO

    COMUNICATO DEL CIPRA - COORDINAMENTO ITALIANO PROFESSIONISTI DELLA RELAZIONE DI AIUTO

    Venerdì 2 agosto 2019

    Ciò che è già emerso e sta uscendo dall’inchiesta sui Servizi Sociali di Bibbiano è disumano. Ci indigna e ci lascia, come professionisti della relazione d’aiuto e come esseri umani, sgomenti di fronte a tanto orrore.
    Ciò che è per ora emerso e si preannuncia uscirà questa estate attorno alla tutela minori del Comune del Reggiano parla di come, di fronte ai deboli, l’essere umano con un minimo di potere arrivi talvolta a far emergere il male che porta con sé e a fare un utilizzo improprio del potere dettato dal ruolo, arrivando – in questo caso – a distruggere intere vite e famiglie. Come CIPRA, sosteniamo un’inchiesta che identifichi i responsabili e tutti gli autori corrotti e malintenzionati rendendo, nella misura del possibile, giustizia a storie raccapriccianti e irreparabili.
    Come CIPRA sappiamo al contempo che nei contesti affidatari in Italia sono numerosi i servizi di eccellenza, innumerevoli i professionisti seri, sensibili e umani, assistenti sociali, psicologi, psicoterapeuti, educatori, consulenti familiari, counselor, mediatori familiari, avvocati, che lavorano con passione, dando la loro vita in situazioni complesse, dolorose e conflittuali, difficili da trattare, trovando le vie migliori per salvare i piccoli e tutelare tutti i protagonisti.
    Come CIPRA vogliamo appoggiare anche tutte le persone che, in buona fede e senza alcun interesse personale se non quello di offrire un ambiente amorevole a un bambino che momentaneamente o meno non può godere di tale nutrimento nella propria famiglia di origine, accolgono un bambino in affido. Queste famiglie e persone compiono un’azione generosa e importante nella nostra società.
    Come CIPRA desideriamo ricordare che la legge attuale sugli affidi è una legge che rende onore al carattere deistituzionalizzante di un’Italia che dagli anni Settanta lotta per una società migliore, dove i deboli possano avere gli stessi diritti degli altri più fortunati, dove le persone – piccole e grandi – non rimangano sole e possano ricevere le cure necessarie e adeguate e dove sempre, comunque, l’utente, il cliente, il paziente, rimangano gli esperti di loro stessi. Al contempo, lo svelamento di questo orrore fa pensare a un intero sistema che va rivisto, perché il welfare mantenga il suo senso e non venga spazzato via, perché l’Italia possa riprendere le idee di cinquant’anni fa – pur adeguandosi alla realtà odierna – uscendo dalla trappola della prospettiva normativa e dai giochi di potere, perseguendo il pluralismo di un impegno sociale che mira all’uguaglianza e ai diritti di tutti, ma che salvi i deboli e in questo caso i piccoli, da situazioni che non consentirebbero loro di crescere.

     

    Cécile Edelstein Presidente CIPRA

  • le trasformazioni dei servizi sociali nell’era dei flussi migratori

    Il continuo aumento della popolazione straniera rappresenta uno dei fenomeni sociali maggiormente responsabili della progressiva crescita quantitativa e qualitativa della domanda di servizi pubblici territoriali. Per questa ragione, spesso, l’utenza straniera viene vissuta dagli operatori come un nuovo pressante problema che si aggiunge a quelli già presenti: è inevitabile lo spaesamento di fronte a domande impreviste, il senso di difficoltà nel comunicare con chi parla lingue sconosciute o utilizza forme espressive insolite.

    Questo lavoro intende presentare una ricerca descrittiva dei Servizi sociali del Comune di Bergamo svolta dal 2006 al 2009 dall’Associazione Shinui - Centro di Consulenza sulla Relazione, grazie alla collaborazione con la Consulta delle Politiche familiari dello stesso Comune e i Servizi sociali - Area minori presenti in questo territorio. La ricerca si concentra sulle famiglie con minori a carico, considerando come variabile privilegiata la provenienza dei nuclei familiari italiani o stranieri.

    In funzione degli obiettivi che il centro si propone di raggiungere, Shinui fa parte della Consulta delle politiche familiari, un organismo istituzionale espresso dal Comune di Bergamo che opera per «lo sviluppo di una politica familiare unificante e organica, con funzione propositiva e consultiva in merito ad iniziative ed interventi attinenti alle tematiche della famiglia».  Istituita con deliberazione del Consiglio comunale nell’aprile 1999, la Consulta rappresenta l’organo di coordinamento delle associazioni familiari presenti nel territorio comunale e degli enti e servizi che a vario titolo si occupano di famiglie. Costituita da 32 fra enti, organizzazioni pubbliche e associazioni, è stata presieduta, su delega del sindaco, durante il periodo della ricerca e fino al giugno 2009 dall’assessore alle Politiche sociali del Comune di Bergamo, Elena Carnevali, e attualmente dall’assessore ai Servizi sociali, Leonio Callioni.

    OBIETTIVI

    La ricerca ha lo scopo di analizzare i Servizi sociali presenti sul territorio del Comune di Bergamo descrivendo le caratteristiche socioanagrafiche dell'utenza, le modalità di accesso, il tipo di domanda effettuata, la motivazione della presa in carico, l'intervento svolto, le diverse figure professionali coinvolte in tali interventi e il vissuto degli assistenti sociali. Tutte queste variabili sono state analizzate paragonando l'utenza italiana con quella straniera. Gli obiettivi della ricerca si collocano su tre livelli:

    1. Analisi delle caratteristiche delle famiglie con minori che usufruiscono dei Servizi sociali paragonando i nuclei italiani con quelli stranieri.
    2. Descrizione dei Servizi sociali territoriali e del Servizio migrazioni del Comune di Bergamo considerando l'operato dei professionisti, i servizi offerti, i tipi d'intervento effettuati. Anche in questo ambito ci si è concentrati sul paragone tra famiglie italiane e immigrate.
    3. Raccolta di dati qualitativi riguardanti i vissuti e le percezioni delle assistenti sociali che operano nei servizi. Particolare attenzione è stata attribuita al confronto tra l'utenza straniera e quella italiana: quali differenze o similitudini vengono identificate nelle due tipologie di utenza rispetto alle modalità di approccio e di fruizione, alla percezione del servizio? Quali sono le difficoltà da parte delle assistenti sociali nella presa in carico dell'una o dell'altra utenza?

    METODOLOGIA

    La ricerca si è incentrata su famiglie immigrate e italiane, allo scopo di poter fare un confronto tra i due gruppi. Si sono inoltre considerati gli utenti minori italiani, stranieri e figli di coppie miste.
    Coerentemente con l'organizzazione dei Servizi sociali del Comune di Bergamo, si sono analizzati separatamente:

    • gli utenti dei Servizi sociali territoriali - Area minori;
    • gli utenti del Servizio migrazioni.

    Al Servizio migrazioni afferisce soltanto un'utenza straniera domiciliata nel comune di Bergamo e non residente.

    I Servizi sociali territoriali, invece, si occupano dei cittadini che presentano necessità di carattere sociale e assistenziale riguardanti le Aree minori, adulti e anziani. Si tratta dunque di persone residenti nel comune di Bergamo.

    Un'ulteriore distinzione è stata fatta tra:

    • utenti minori senza provvedimento del Tribunale dei minori (TM);
    • utenti minori con provvedimento.

    I primi minori arrivano spontaneamente ai servizi, attraverso una richiesta diretta da parte dell'adulto di riferimento, oppure inviati da un altro servizio, ma sempre con una richiesta volontaria; i rapporti quindi non sono mediati dall'autorità giudiziaria e non sono in alcun modo di tipo coatto. I secondi, invece, sono coloro che sono stati segnalati al TM, il quale ha emesso un decreto stabilendo alcuni interventi da attuare per tutelare i soggetti in questione.

    Tutti i dati quantitativi e descrittivi sono stati rilevati dalle cartelle delle assistenti sociali. Nella seconda parte della ricerca, un'analisi di tipo prettamente qualitativo voleva mettere in luce la percezione delle assistenti sociali e il loro vissuto nei confronti dell'utenza italiana e straniera.

    La raccolta dei dati qualitativi è stata svolta attraverso interviste semistrutturate. Tutte le operatrici sono state intervistate. Questa raccolta è stata possibile grazie alla collaborazione delle assistenti sociali che hanno fornito i dati richiesti rendendosi tutte disponibili ad essere intervistate, alle collaborazioni delle coordinatrici dell'Area minori, Laura Fumagalli, e del Servizio migrazioni, Silvia Dell'Orto, che hanno favorito e sostenuto questo lavoro anche attraverso un'azione di continua verifica e confronto. Laura Fumagalli, inoltre, ha messo a disposizione il materiale sui minori con provvedimento affinché fosse possibile il reperimento dei dati necessari.

    Oltre alla raccolta e alle analisi delle conversazioni delle intervistate sono stati effettuati successivamente dei focus group con le operatrici per verificare le ipotesi emerse e favorire nuove idee e ulteriori spunti.

    BIBLIOGRAFIA

    La ricerca è stata pubblicata nel libro:

    Edelstein, C. (2011), Le trasformazioni dei Servizi sociali nell'era dei flussi migratori. Carocci, Roma (leggi recensione).