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  • #FUORILAVOCE A TU PER TU, L’esperienza dello sportello di counseling del Brescia Pride 2019

    Tesi finale di: Dott. Sergio Staluppi

    Relatrice: Cecilia Edelstein

    Anno di discussione tesi: novembre 2019

    Partendo dalla propria storia personale, l’autore affronta l’argomento dell’ascolto di persone LGBT. In occasione del percorso di preparazione al Brescia Pride 2019, Staluppi ha proposto alcuni progetti, tra i quali l'idea di un punto di ascolto per persone LGBT, che si è concretizzato in un vero e proprio sportello di counseling e nel suo tirocinio.

    Nel Primo capitolo l’autore introduce il counseling attraverso una panoramica dalle origini fino alla nascita del modello sistemico pluralista, la cui intenzione è il superamento delle dicotomie tra i vari approcci teorici a favore della pluralità, grazie ad un atteggiamento di apertura e di inclusione anziché di esclusione.

    Nel Secondo capitolo, si sofferma invece su cosa significhi incontrare persone LGBT e su quali competenze teoriche siano necessarie per poter trasformare questi incontri in occasioni di crescita e cambiamento. L’autore individua alcune conoscenze trasversali particolarmente importanti: l'approccio affermativo, il minority stress e la centralità del coming out.

    Staluppi racconta nel Terzo Capitolo l'esperienza dello sportello di counseling, descrivendo il percorso che ha portato alla realizzazione del progetto, le caratteristiche e peculiarità dello sportello stesso, le modalità di accesso e di accoglienza del servizio. Si sofferma quindi su alcuni casi di persone accolte, descrivendo per ognuno il percorso di counseling svolto, le tecniche e gli strumenti utilizzati. Nei casi emergono alcune tematiche ricorrenti nell'incontro con persone LGBT: l'accettazione di sé, l'omofobia interiorizzata, il rapporto con la famiglia, il coming out come momento di autoaffermazione. Viene narrato anche un caso conclusosi con un invio.

    Per Staluppi è stata un’esperienza arricchente sia sul piano professionale che su quello umano: il lavoro allo sportello in questione lo ha reso più consapevole di se stesso, delle sue capacità e dei propri limiti; l’approccio sistemico pluralista gli ha consentito di compiere scelte attente e consapevoli in ogni situazione e, al contempo, gli ha offerto grande respiro e un orizzonte più ampio nella pluralità di approcci.

  • APPLICAZIONI DELL'APPROCCIO E DELLE TECNICHE DEL COUNSELING SISTEMICO PLURALISTA NELLA RELAZIONE D'AIUTO E NELLA FORMAZIONE IN AMBITO AZIENDALE, CON I SINGOLI E CON I GRUPPI, IN OCCASIONE DI PROCESSI DI CAMBIAMENTO ORGANIZZATIVO O DI PROGETTI DI FORMAZIO

    Tesi finale di: Dott.ssa Alberto Ciglia

    Relatore: Dott.ssa Anna Consiglio

    Anno di discussione tesi: 2012

    La tesi vuole passare in rassegna e mettere in luce alcuni importanti aspetti delle applicazioni dell'approccio e delle tecniche del Counseling Sistemico nei contesti organizzativi e lavorativi.

    La tesi si apre con un'ampia sezione di carattere autobiografico e professionale relativa al proprio processo di formazione al Counseling Sistemico; l'occasione ha permesso inoltre di ripercorrere le radici epistemologiche dell'approccio Sistemico Pluralista e illustrarne alcune delle principali tecniche.

    Segue un'esposizione del significato che l'utilizzo delle tecniche del Counseling Sistemico assume nell'ambito dei processi di formazione degli adulti, specie nelle situazioni di forte cambiamento e in particolare rispetto a quella che viene definita "Formazione riflessivo/trasformativa". Tale utilizzo apre nuove interessanti prospettive nelle attività di consulenza e di formazione nei contesti organizzativi e lavorativi impegnati in situazioni di transizione e trasformazione.

    Si prosegue poi illustrando alcuni significativi progetti realizzati in tale ambito, sia dedicati ad un profondo processo di cambiamento culturale nel management di un'azienda industriale (preceduto da un'indagine sulla specifica cultura organizzativa condotta con una metodologia di tipo etnografico) sia ad un intervento di tipo interculturale comprendente due sotto-progetti: uno rivolto al management, l'altro al personale non nativo, con la dettagliata descrizione dei diversi passaggi seguiti e delle tecniche utilizzate. Viene poi descritta la metodologia seguita in interventi rivolti allo sviluppo della resilienza personale e organizzativa in situazioni di forte cambiamento.

    Le conclusioni sono dedicate all'utilizzo dello strumento della Metafora, risultato particolarmente efficace e congeniale per agevolare l'operatore nella comunicazione empatica con i destinatari e nella facilitazione di processi di cambiamento.

  • convegno nazionale sistemico interculturale

    Il 26 e 27 maggio 2012 si è tenuto, a Bergamo, il Convegno Nazionale: "L'approccio sistemico in ambito interculturale", organizzato da Shinui. Gli obiettivi del convegno erano di dare visibilità, produrre documentazione e creare una rete a livello nazionale di operatori che lavorano nella clinica sistemica interculturale e nella relazione d'aiuto con la popolazione migrante. Il corso di Counseling, Mediazione e Terapie Interculturali, promosso da Shinui, è arrivato quest'anno alla sua 7° edizione, con professionisti che vi partecipano da tutte le parti d'Italia e che, successivamente, applicano l'approccio nella loro pratica quotidiana o in nuovi progetti.

    È da vent'anni che Cecilia Edelstein svolge in Italia attività clinica, di ricerca e di formazione in questo ambito. Finora, in Europa, è stata soprattutto l'etnopsichiatria a documentare e tematizzare il lavoro della clinica con persone appartenenti ad altre culture. Ora però emerge con forza il bisogno di dar voce anche alle idee sviluppate, ai pensieri e ai concetti emersi, alle innumerevoli esperienze di lavoro, al consistente materiale a disposizione sulla clinica sistemica interculturale e alla vasta gamma d'interventi socio-educativi sul territorio.

    Convegno Nazionale L'approccio sistemico in ambito interculturale

    Al convegno hanno partecipato circa 400 persone. Durante la prima giornata congressuale, dopo l'apertura di Ivo Lizzola, Preside della Facoltà di Scienze della Formazione dell'Università di Bergamo e di Silvia dell'Orto, Responsabile del Servizio Migrazioni del Comune di Bergamo, Cecilia Edelstein ha illustrato il bagaglio esperienziale di Shinui nella ricerca, nella clinica, nella formazione, nei progetti sul territorio ed esposto il modello sistemico pluralista. È stata offerta un'occasione di dialogo e confronto fra gli approcci, insieme ai vari filoni dell'etnopsichiatria, da quello più "vicino" all'approccio sistemico di Natale Losi a quello più "puro" di Salvatore Inglese, insieme a Giuseppe Cardamone.

    Cristina Lorimer, collega sistemica che lavora presso il Servizio Intercultura dell'Istituto di Terapia Familiare di Firenze (ITFF), ha aperto i lavori del pomeriggio illustrando l'esperienza del Centro. Successivamente sono state le colleghe diplomate al corso di Shinui, che operano oggi nel territorio italiano, a presentare le loro testimonianze.

    Gli obiettivi erano quelli di condividere aspetti operativi e professionali e di offrire una testimonianza della creatività dei sistemici in questo ambito.

    Caterina Mattea, collaboratrice di Shinui, ha chiuso il pomeriggio illustrando un nostro importante progetto sul territorio, in collaborazione con i Servizi sociali del Comune di Bergamo. Nell'arco della giornata sono stati anche proiettati dei cortometraggi sul tema della migrazione e del rapporto tra culture, in collaborazione con Bergamo Film Meeting.

    Nella seconda giornata di workshop, a cui hanno partecipato 50 persone, si è lavorato sulla costruzione della rete a livello nazionale, con l'obiettivo di favorire lo scambio e il confronto tra gli operatori sistemici che si occupano del settore interculturale.

    La cena sociale della sera del 26 maggio ha voluto essere un momento informale e importante d'incontro con persone che non si vedevano da molto tempo e con altre che non si conoscevano, ma che avevano in comune lo stesso percorso.

    cena sociale rete nazionale intercultura
    cena sociale rete nazionale intercultura

    Durante la cena abbiamo goduto del concerto in vivo del gruppo Zait Trio (etnojazz).

    cena sociale rete nazionale intercultura
  • CORSO DI ALTA FORMAZIONE IN MEDIAZIONE PENALE in collaborazione con A.I.M.e.Pe

    CORSO DI ALTA FORMAZIONE IN MEDIAZIONE PENALE

    CORSO DI ALTA FORMAZIONE IN MEDIAZIONE PENALE

    Partenza corso sabato 30/domenica 31 maggio 2020. Le lezioni si terranno in modalità telematica. Le iscrizioni sono ancora aperte. Per iscrizioni e maggiori informazioni, rivolgersi a This email address is being protected from spambots. You need JavaScript enabled to view it.

    A.I.Me.Pe. - Associazione Italiana Mediatori Penali e Shinui - Centro di Consulenza sulla Relazione.

    La mediazione penale "è il procedimento che permette alla vittima e al reo di partecipare attivamente, se vi consentono liberamente, alla soluzione delle difficoltà derivanti dal reato, con l'aiuto di un terzo indipendente (mediatore)".

    Raccomandazione (99)19 del Consiglio d'Europa.

    La Giustizia Riparativa 
    "è il procedimento in cui la vittima, il reo e/o altri soggetti o membri della comunità le si da un reato partecipano attivamente insieme alla risoluzione della questione emersa dall'illecito, spesso con l'aiuto di un terzo equo e imparziale."  (Proposta di Basic Principles on the use of Restorative Justice - ONU 2000)   

    La Mediazione Penale 
    La parola “mediazione” vuol dire essere “in mezzo a”. Indica la posizione dei mediatori tra due persone o più parti in conflitto.  
    La mediazione penale, quale strumento di Giustizia Riparativa, si sostanzia di un incontro o di una serie di incontri fra l’autore e la vittima di un reato. Il buon esito della mediazione penale passa dal riconoscimento dei soggetti coinvolti: il reo comprenderà la reale portata degli effetti prodotti con la propria condotta, mentre, la vittima si libererà dalla paura conseguente al reato e otterrà delle risposte adeguate per bloccare un malessere perdurante.   

    A.I.Me.Pe 
    A.I.Me.Pe è un’associazione di categoria, autonoma, libera, indipendente, apolitica, apartitica e senza fini di lucro. Essa può aderire a Federazioni, Associazioni ed Enti e si prefigge di tutelare la figura professionale del mediatore penale, di tutelare gli interessi morali e materiali degli iscritti, di istituire un Albo nazionale dei Mediatori Penali e Penali Minorili, di istituire sedi Regionali A.I.Me.Pe e di favorire la crescita professionale degli Associati, attraverso l'organizzazione di corsi di formazione, di sviluppo professionale e di aggiornamento continuo.
    Si prefigura, inoltre, di stabilire i criteri essenziali della figura del mediatore penale nonché di regolamentarne il codice deontologico.  
    L’A.I.Me.Pe stipula convenzioni e/o accordi con Aziende, Enti sia pubblici che privati,Persone Fisiche e/o qualsiasi soggetto, al fine di far ottenere ai propri Soci vantaggi e/o agevolazioni inerenti la loro attività professionale.
    L’A.I.Me.Pe cura l’immagine dei Soci creandone una compagine omogenea basata sull’unità di intenti e di comportamento. 

    Formazione dei mediatori penali A.I.Me.Pe - Sezione Lombardia 
    La formazione dei mediatori in ambito penale è effettuata secondo le Raccomandazioni del Consiglio d'Europa (No.R (99)19, 15 Settembre 1999) ed i Basic Principles sull'uso dei programmi di Giustizia Riparativa nell'ambito penale - ONU 2000, relativi alla qualificazione della figura del mediatore in ambito penale, che offrono importanti indicatori di riferimento.  
    Un mediatore penale deve essere in grado di utilizzare tutti gli strumenti fondamentali per gestire gli effetti e le conseguenze del conflitto e per seguire il percorso di mediazione in senso stretto. Per questo viene richiesta una specifica preparazione di alto livello, unita all’apertura verso professionalità eterogenee. L’A.I.Me.Pe,seguendo i Basic Principles (art.20), incentiva ad una formazione permanente (in-service training) per essere sempre in grado di far fronte ad eventuali conflitti che potrebbero derivare dai mutamenti sociali.

    In collaborazione con:

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    SHINUI  CENTRO DI CONSULENZA SULLA RELAZIONE

  • Corso di counseling interculturale

    Corso di Counseling Interculturale 

    Il corso di counseling interculturale, della durata di un anno, si svolge un weekend al mese (sabato e domenica) e si configura come un approfondimento in ambito interculturale per quanto riguarda il tema della relazione d’aiuto con la popolazione migrante.

    Il corso, che affronta il tema dell'intercultura, è indirizzato a counselor diplomati ed è riconosciuto da AssoCounseling come specializzazione; inoltre, possono accedere professionisti che operano con la popolazione migrante e sono interessati ad approfondire questo campo in ambito teorico e pratico, svolgendo un lavoro anche sul sé (pregiudizi, conoscenza della propria cultura, etc.).

    Questo percorso introduce l'approccio Sistemico Pluralista in ambito interculturale, a partire dalle ricerche e dalle esperienze di lavoro svolte da 30 anni da Cecilia Edelstein e dai suoi collaboratori: clinica, progetti sul territorio, collaborazioni col settore pubblico e con il privato sociale, ricerche qualitative e ricerche-azione hanno consentito lo sviluppo di tecniche specifiche e varie metodologie.

    Per approfondimenti rispetto ai temi affrontati negli anni precedenti vi rimandiamo alla rete nazionale intercultura.

    Verranno richiesti crediti formativi per assistenti sociali e per avvocati.

    Corso riconosciuto da AssoCounseling

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  • DA EDUCATRICE A COUNSELOR IN UN SERVIZIO DOMICILIARE

    Tesi finale di: Dott.ssa Annalisa Fada

    Relatrice: Anna Consiglio

    Anno di discussione tesi: novembre 2019

    L’autrice ha voluto raccontare come la figura di counselor possa rappresentare un ideale compagno di viaggio per il lavoro di educatrice. Camminando a fianco di madri con i loro bambini, o di ragazze sole, il counselor può aiutare a riconoscere le proprie risorse nei momenti difficili e leggere con maggiore chiarezza le situazioni e i contesti.

    I primi due capitoli sono dedicati alla teoria sistemica del counseling Sistemico Pluralista, approccio adottato dalla scuola. L’autrice descrive in particolare la storia e l’evoluzione del counseling e della terapia sistemica, dalla sua nascita negli Stati Uniti negli anni Trenta fino ad oggi. Viene poi illustrato nello specifico il Modello Sistemico Pluralista, soffermandosi su strumenti, tecniche e abilità che un counselor di tale orientamento dovrebbe avere.

    Nel terzo capitolo, l’autrice presenta il servizio dove ha svolto tirocinio: il progetto Prendimi in Affetto, descrivendo le evoluzioni che hanno portato alla costituzione di un servizio di secondo livello, i diversi sistemi in interazione e le diverse fasi del progetto stesso. In questo contesto, ha inoltre potuto partecipare a serate di sensibilizzazione, incontri con famiglie, di équipe, di sostegno e di supervisione.

    Nel quarto capitolo, l’autrice descrive la struttura e le attività del servizio d’accoglienza di donne sole o con figli, nel quale attualmente lavora come educatrice e il luogo nella quale si è sperimentata come counselor: la Casa di Vittoria.

    Nel quinto capitolo è raccolta la testimonianza di Katiuscia (nome di fantasia), ragazza di 21 anni che l’autrice ha seguito per due anni nella comunità dove lavora, in un appartamento in autonomia, e poi privatamente, come domiciliare, nella sua abitazione. Katiuscia proviene da un’esperienza molto dolorosa di affido fallito. Il caso presentato racchiude caratteristiche comuni a più ragazze ospitate negli anni nella struttura di riferimento, risultando quindi significativo ed è particolarmente caro all’autrice.

    L’autrice conclude osservando come il lavoro da educatrice diventi un binomio vincente con le competenze del counselor: il campo di azione entro cui opera ha come specificità un a sfondo psico-educativo ed i suoi confini professionali non possono essere considerati un limite, piuttosto una differenziazione e una grande opportunità.

  • I TEMPI DEL COUNSELING

    Tesi finale di: Dott.ssa Silvia Arlini

    Relatore: Dott.ssa Cecilia Edelstein

    Anno di discussione tesi: Settembre 2010

    Attraverso il seguente elaborato, l’autrice si interroga sulla questione temporale del counseling e di quanto, conoscere la teoria e la pratica del mestiere di counselor, è il primo passo per avviarsi verso una maggior conoscenza dei suoi confini.

    Il primo capitolo è dedicato alla struttura del percorso di counseling. Vengono presentate le varie fasi del processo: dal primo incontro, ai cicli di lavoro, per arrivare alla verifica.

    Il secondo capitolo si addentra in un tema tutt'altro che semplice: il distacco e la chiusura dei percorsi di counseling. La conclusione, infatti, può discendere da molteplici motivi quali obiettivi raggiunti (dove si può prevedere un incontro a distanza di tempo di follow-up), il drop-out e la necessità di un invio. In questo caso possono esserci percorsi senza fine.

    Un intero capitolo, il terzo, è dedicato all'illustrazione del caso di Lisa: viene raccontata la sua storia, vengono descritti i cicli che si sono succeduti e vengono riporte le risorse e gli obiettivi raggiunti.

    Il quarto capitolo è un approfondimento delle tecniche utilizzate, sia nel percorso con Lisa, sia in altre situazioni. Il filo conduttore resta la storia di Lisa, con la quale si riportano esempi delle tecniche utilizzate per analizzare il caso con un linguaggio relazionale sistemico. Si leggerà del joining, del reframing, dell'intensity, dell'universalizzazione, dell'ipotizzazione; viene approfondito inoltre il tema dell'intervallo tra le sedute, della circolarità delle relazioni, per uscire dal pensiero lineare causa-effetto. Vengono analizzati, infine, l'aspetto delle domande, della co-costruzione responsabile e della compartecipazione emotiva.

    L'ultimo capitolo è quello che dà il titolo all'intera tesi: il tempo, il tempo del counseling, i tempi nei colloqui di counseling e i tempi nel caso di Lisa. Vengono argomentate e dimostrate le scelte nel fare con Lisa un percorso di counseling e viene descritto il lavoro in atto per confermare e sottolineare le differenze da un percorso di psicoterapia.

  • IL COUNSELING SISTEMICO PLURALISTA NELLA CONDUZIONE DEI GRUPPI: UNA PREZIOSA RISORSA

    Tesi finale di: Dott.ssa Eleonora Gabba

    Relatore: Dott. Luigi Ubbiali

    Anno di discussione tesi: 2019

    Questa tesi ha come oggetto la presentazione del counseling sistemico pluralista promosso dal Centro Shinui di Bergamo con un'accezione particolare ai percorsi di gruppo femminili svolti all'interno del Centro per le Famiglie del Comune di Piacenza. Il lavoro è suddiviso in quattro sezioni dedicate a tematiche specifiche.

    All'interno del primo capitolo vengono approfonditi i principali concetti teorici relativi al counseling con particolare riferimento all'approccio sistemico pluralista.

    Nel secondo capitolo viene trattato l'argomento dei gruppi e della loro conduzione. Vengono descritte le principali definizioni e tipologie di gruppi, le modalità di costituzione di un gruppo e le sue dinamiche soffermandosi in particolare sul modello di lavoro di gruppo con donne.

    Il terzo capitolo illustra alcuni aspetti dell'ambito interculturale come indicazioni utili per il counselor nella conduzione di un gruppo in un approccio sistemico pluralista.

    Nel quarto capitolo, infine, si presentano le applicazioni pratiche del modello durante il percorso di tirocinio svolto. Sono presentate le idee alla base del progetto che si è svolto all'interno delle attività del Centro per le Famiglie del Comune di Piacenza; rivolto in particolare ad alcuni percorsi di gruppo al femminile. In questo percorso viene affrontata la tematica della neogenitorialità e la creazione di uno spazio esclusivamente al femminile volto a valorizzare e riconoscere le differenze affrontando trasversalmente nei singoli incontri il tema dell'interculturalità. Un altro aspetto a cui si fa uno specifico riferimento è quindi quello del counseling sistemico pluralista in ambito interculturale con un'analisi dei processi migratori e degli specifici psicologici che contraddistinguono le esperienze di migrazione. Nel lavoro proposto troveranno spazio la riflessione sulle tematiche sia delle differenze di genere sia del ruolo femminile nei processi migratori.

  • INTRECCI, FILI E TRAME. NARRAZIONI DI VITA DELLE FAMIGLIE PATCHWORK

    Tesi finale di: Dott.ssa Alessandra Goberti

    Relatore: Dott.ssa Anna Consiglio

    Anno di discussione tesi: giugno 2020

    L’autrice nella prima parte dell’elaborato, ovvero quella teorica, illustra innanzitutto il sistema di teorie e di approcci che stanno alla base della professione del counselor: dalla matrice umanistica, alla teoria dei sistemi, dalla cibernetica di primo e di secondo ordine al costruttivismo e socio-costruzionismo, fino ad arrivare alle teorie della comunicazione.

    Si prosegue poi nell’esporre le teorie che hanno maggiormente contribuito allo sviluppo degli approcci di terapia familiare, fino ad arrivare alla nascita del counseling sistemico in Italia, mettendo a fuoco le proprietà essenziali. La parte teorica dell’elaborato si chiude presentando il modello sistemico pluralista, un modello integrativo capace di andare oltre le dicotomie e di comprendere al suo interno approccio e visioni di intervento differenti.

    Nella seconda parte, quella pratica, l’autrice approfondisce un “nuovo” modello di famiglia, ovvero quello delle famiglie patchwork, lo fa attraverso l’intreccio di storie diverse, legate da un filo conduttore, il tempo. Storie che rappresentano i tre casi seguiti dalla Dott.ssa Goberti durante il suo tirocinio di counseling seguiti in tre diversi servizi ferraresi: Centro per le Famiglie, Centro di Ascolto Uomini Maltrattanti e Promeco. In ultimo, arricchisce e personalizza l’elaborato finale, la storia della famiglia dell’autrice, a tutti gli effetti patchwork.

  • L’APPORTO DEL COUNSELING SISTEMICO NELLA SUPERVISIONE A GRUPPI DI LAVORO

    Tesi finale di: Dott.ssa Manuela Colombo

    Relatore: Dott. Luigi Ubbiali

    Anno: ciclo formativo 2002-2005

    La tesi riguarda a livello generale i gruppi di lavoro, oggetto di interesse professionale dell'autrice. La scelta del tema del seguente elaborato vuole unire la pratica della supervisione a gruppi di lavoro e il bisogno di elaborare connessioni con quanto appreso nel percorso di studio triennale della scuola di counseling.

    Nella prima sessione vengono elaborate alcune teorie di riferimento appartenenti sia al mondo della sistemica, sia a un'area più sociologica.

    Nella seconda sessione, invece, maggiormente narrativa, viene riportata l'esperienza personale di tirocinio nella quale vengono applicati gli aspetti teorici menzionati nella sessione precedente.

    L'obiettivo, pertanto, è quello di dimostrare che il counseling sistemico offre spunti di riflessione e di azione molto interessanti nel processo di supervisione di gruppi di lavoro; per permettere il cambiamento, però, non basta essere disponibili ad inserire nel contesto lavorativo tecniche nuove, ma occorre cambiare, in alcuni casi anche radicalmente, la visione della realtà che viene osservata.

  • L’ARTE DI ASCOLTARE CON IL SORRISO, Ruolo del Sorriso nel dare Voce alle Emozioni

    Tesi finale di:Dott.ssa Elisabetta Alberti

    Relatore:Dott.ssa Anna Consiglio

    Anno di discussione:novembre 2019

    L’autrice, attraverso il presente elaborato, illustra l’importanza di introdurre un percorso di counseling all’interno dell’Associazione “Il Sorriso di Barbara” al fine di supportare e non lasciare soli i volontari nella loro difficile quanto preziosa attività quotidiana. Attraverso la creazione di periodici spazi di ascolto attivo, il progetto si è posto come obiettivo quello di promuovere la condivisione delle esperienze, dello stato emotivo, la consolidazione delle diverse relazioni e la co-costruzione di nuovi significati in relazione al ruolo di volontari.

    I primi due capitoli sono dedicati alla teoria sistemica del counseling Sistemico Pluralista, approccio adottato dalla scuola. L’autrice espone la storia e l’evoluzione del counseling e della terapia sistemica, dalla sua nascita negli Usa negli anni Trenta fino ad oggi, passando in rassegna alcuni degli esponenti più significativi. Viene poi illustrato nello specifico il Modello Sistemico Pluralista, ponendo l’attenzione su strumenti, tecniche ed abilità che il counselor dovrebbe possedere.

    Nel terzo capitolo, dopo aver descritto la nascita del volontariato in Italia e le sue caratteristiche peculiari, viene illustrato il servizio presso il quale ha svolto tirocinio: “Il Sorriso di Barbara”, Associazione apolitica, aconfessionale, aperta a tutti e senza scopo di lucro, fondata nel 2011 con l’unica finalità di perseguire atti di solidarietà sociale. Il progetto realizzato dall’autrice, facente riferimento all’approccio sistemico pluralista ed in particolare a quello rogersiano, ha avuto come obiettivo quello di sostenere ed affiancare le volontarie dell’associazione nelle difficoltà insite nel loro ruolo, utilizzando l’empatia, l’ascolto attivo ed il gruppo come strumenti cardine.

  • LA GENITORIALITA’ NEI SERVIZI DEL CENTRO PER LE FAMIGLIE DEL COMUNE DI PIACENZA

    Tesi finale di: Dott.ssa Nives Bettini

    Relatore: Dott.ssa Anna Consiglio

    Anno di discussione tesi: novembre 2019

    L’autrice di questa tesi illustra come, seguendo il Modello Sistemico Pluralista e modalità di counseling, si possa sostenere, supportare il ruolo genitoriale, specie nelle situazioni di fragilità familiare, come nel caso di patologie, disabilità, conflittualità e difficoltà educative e relazionali.

    L’approccio scelto dall’autrice, cerca di adattare le diverse teorie sistemiche e le svariate tecniche orientandosi ai contesti, ai clienti e alla figura del counselor stesso; il sistema è definito come un tutto integrato composto da parti in interazione, in cui le proprietà essenziali di ciascuna parte derivano dalle relazioni con le altre. L’obiettivo, in questa ottica, è di costruire cambiamenti desiderati in situazioni conflittuali e di disagio che, nel caso della genitorialità, si traducono nel supporto dei genitori nelle fasi evolutive, di accompagnare le coppie nei momenti di transizione, la nascita di un nuovo figlio o la separazione. Gli obiettivi perseguiti dall’autrice nella pratica del suo tirocinio, in linea con le considerazioni dell’approccio teorico, sono stati quelli di valorizzare la dimensione genitoriale, incentivare la costruzione di legami di fiducia, accompagnare i processi evolutivi e comunicativi, favorire l’identificazione e la consapevolezza di un proprio stile educativo, sostenere i genitori nelle diverse fasi evolutive e di crisi. Inoltre, a seconda della situazione contingente, sono state utilizzate le diverse tecniche del counseling: ascolto attivo, joining, riformulazione, reframing, focusing, conversazione circolare, l’ipotizzazione, co-costruzione di storie, ma anche l’utilizzo del sé, la compartecipazione emotiva, la co-costruzione responsabile.

    Sono state utilizzate anche tecniche espressive non verbali. L’autrice sottolinea come, al termine del percorso di formazione e di tirocinio, ha migliorato la conoscenza delle proprie emozioni e la propria capacità di co-costruire una relazione con il cliente che vada verso l’evoluzione dell’impasse.

  • MIGRAZIONE, ADOZIONE E INTERCULTURALITÀ IN UN'ESPERIENZA DI COUNSELING SCOLASTICO

    Tesi finale di: Dott. Beniamino Bonardi

    Relatore: Dott. Emanuele Zanaboni

    Anno di discussione tesi: Dicembre 2014

    Nella seguente tesi viene presentata l'esperienza di tirocinio in una scuola di formazione professionale nella direzione dei colloqui di counseling con adolescenti.

    L'adolescenza rappresenta una fase di cambiamento, di passaggio, di ridefinizione della propria identità, che passa anche attraverso la necessità di definire nuovi equilibri familiari, con inevitabili conflitti relazionali. Per i figli di immigrati, anche per quelli di seconda generazione, alle difficoltà connesse alla crisi evolutiva adolescenziale si sommano quelle specifiche legate all'inserimento, all'adattamento e all'integrazione. Il counseling può aiutare a scoprire la possibilità di non dover scegliere tra amore e rifiuto della cultura di origine propria e dei propri genitori, tra orgoglio e vergogna.

    Gli adolescenti oggetto di adozione internazionale in giovane età si trovano ad affrontare domande sul proprio passato, che può presentarsi come un vuoto da riempire con una narrazione possibile e che li pone una situazione per certi versi simile a quella dei loro coetanei emigrati, sebbene con diverse e importanti differenze, come il senso di abbandono e rifiuto, la non conoscenza dei propri genitori o la loro perdita. La necessità di colmare il vuoto del proprio passato può caratterizzare anche chi è stato adottato in Italia, in tenera età.

    La tesi illustra tre casi di questo tipo, affrontati durante il tirocinio; una ragazza emigrata a nove anni dalla Tunisia, una adottata a due anni dall'Eritrea e una, di pelle bianca, adottata appena nata in un ospedale italiano. Dopo aver ripercorso la nascita del counseling e lo sviluppo dell'approccio sistemico, la tesi affronta alcuni temi rilevanti emersi nei cicli di colloqui con le tre ragazze e le tecniche utilizzate per favorire la possibilità di nuove narrazioni.

  • NON SOLO FARMACI MA ANCHE “εμπαθεία”. IL RUOLO DEL FARMACISTA NELL'ASCOLTO, NEL SOLLIEVO E NELL'AGEVOLARE LA RELAZIONE DI FIDUCIA E AFFINITÀ CON I PAZIENTI-CLIENTI

    Tesi finale di: Dott.ssa Maria Paola de Micheli

    Relatore: Dott.ssa Cecilia Edelstein

    Anno di discussione tesi: giugno 2020

    L’autrice, attraverso il presente elaborato, illustra come l’attività di counseling consenta al farmacista di non fermarsi alle solo conoscenze farmacologiche, di tutela e di promozione della salute ma, come, attraverso l’empatia e l’ascolto attivo possa farsi promotore di processi di cambiamento, valorizzando al contempo sia le risorse personali che le relazioni con l’ambiente circostante.

    All’interno del primo capitolo, dopo aver ripercorso le tappe storiche della nascita della farmacia, viene sottolineato come i rapidi cambiamenti storici e sociali abbiano chiesto al farmacista di indossare nuove vesti. Da sempre pilastro delle comunità, al farmacista viene chiesto non solo di essere preparatore e dispensatore di medicinali, ma anche ascoltatore ed educatore per accogliere e supportare i clienti e pazienti. Per fare ciò è indispensabile sviluppare alcune caratteristiche salienti del counseling.

    Nel secondo capitolo viene descritto invece il viaggio compiuto dal counseling a partire dagli anni Trenta, per poi arrivare a definire che cosa è il counseling e chi è il counselor.

    Nel terzo capitolo, dopo aver presentato la storia del pensiero sistemico dalle origini ad oggi, vengono passati in rassegna i principali approcci sistemici del counseling, fino ad arrivare alla descrizione del modello innovativo di Cecilia Edelstein, quello Sistemico Pluralista. Viene inoltre illustrato il progetto di counseling in farmacia realizzato dall’autrice, che si rivolge alla promozione della salute dei clienti e di tutta la comunità.

    Nel quarto capitolo attraverso l’utilizzo di tre opere d’arte vengono riportate e illustrate le tre emozioni principali provate dalla farmacista durante l’emergenza sanitaria Covid-19, con una sequenza temporale: disperazione, tristezza e speranza. Sono state inoltre raccontate due storie di clienti a cui l’autrice ha offerto supporto all'invio della pandemia.

  • NON SOLO GENITORI: IL SISTEMA DELLA COPPIA, ESPERIENZA NELLA SCUOLA DELL’INFANZIA

    Tesi finale di: Dott.ssa Elisa Polonini

    Relatore: Dott. Emanuele Zanaboni

    Anno di discussione tesi: 2020

    Attraverso il seguente elaborato, l’autrice espone l’importanza delle conoscenze acquisite durante il corso triennale di Counseling Sistemico Pluralista (Shinui), concepite indispensabili per saper gestire una relazione d’aiuto all’interno di un contesto educativo.

    Nel primo capitolo, l’autrice presenta un’introduzione relativa alla storia e agli sviluppi del counseling, ponendo particolare attenzione agli assunti base di: Teoria dei Sistemi, Cibernetica, Costruzionismo, teorie della Comunicazione e teoria Sistemica Familiare.

    Nel secondo capitolo vengono esposte le caratteristiche base, i principali strumenti e tecniche usati all’interno del Counseling Sistemico Pluralista.

    Nel terzo capitolo si propone un approfondimento sui temi prevalenti nel contesto in cui l’autrice ha svolto l’attività pratica, descritta nel dettaglio all’interno del quarto e ultimo capitolo, insieme al racconto di tre casi particolari. L’approfondimento si riferisce al concetto di trigenerazionalità e all’approccio trigenerazionale sviluppato da Andolfi, introdotto dall’esposizione di alcune teorie sui cicli di vita della coppia, e si evolve in un’analisi sulla genitorialità.

    Nel quarto e ultimo capitolo l’autrice ha proposto tre progetti distinti, ma che in qualche modo risultano essere collegati tra loro: uno rivolto ai bambini, legato al riconoscimento delle emozioni, e due rivolti ai genitori, ossia lo sportello d’ascolto e un ciclo di incontri di gruppo sul tema della genitorialità. In quest’ultimo capitolo viene dato spazio anche alla condivisione di altrettanti vissuti di alcuni dei clienti con cui l’autrice è entrata in contatto e con i quali ha strutturato un percorso di incontri, sia individuali che di coppia.

  • OLTRE I MARGINI. ART COUNSELING IN UN CARCERE DI MASSIMA SICUREZZA AFRICANO

    Tesi finale di: Dott.ssa Patrizia Lavaselli

    Relatore: Dott. Guido Veronese

    Anno di discussione tesi: 2013

    L'autrice in questo scritto ha sviluppato l'esperienza del proprio tirocinio svolto nel periodo di cinque mesi nel reparto femminile del carcere di massima sicurezza di Zomba in Malawi. Le attività svolte sono state relative all'Art Counseling, seguendo l'approccio teorico sistemico pluralista.

    Il lavoro consta di una parte iniziale che spiega le motivazioni che hanno portato l'autrice a fare la scelta di questo luogo particolarmente difficile dal punto di vista del contesto relazionale, cui segue un capitolo introduttivo, che descrive il contesto carcerario nel paese stesso.

    Nel capitolo successivo vengono riprese le teorie di riferimento legate al metodo sistemico pluralista nell'ottica della loro applicabilità in un contesto non occidentale. Dopo l'approccio teorico l'autrice entra nel vivo delle attività svolte introducendo alcune storie delle protagoniste allo scopo d' inquadrare il contesto umano-relazionale.

    Successivamente vengono illustrate le diverse attività artistiche svolte per cercare di recuperare l'identità perduta all'interno di un contesto disumanizzante, dove cercare di sopravvivere istintivamente e senza progettualità di vita è l'unico obiettivo. Sono state proposte una serie di attività e performance pittoriche limitatamente al materiale disponibile portato dall'Italia, all’interno del cortile del carcere, senza una struttura attrezzata, quindi in condizioni abbastanza scomode. Le carcerate hanno accolto queste attività con estremo entusiasmo mettendosi in gioco e scoprendo aspetti di loro che non conoscevano, attraverso le attività artistiche hanno recuperato il senso dell'identità perduta.

    L'ultimo capitolo parla del ritorno a Zomba da parte dell'autrice dopo un anno. Il ricordo delle attività fatte in passato e della possibilità di poterle continuare anche in assenza sua, hanno fatto si che le donne potessero continuare a fare attività artistiche, uscendo cosi dall’inedia, principale causa della loro disumanizzazione. L'accoglienza è stata molto calorosa ed ha permesso, in una sola settimana, di svolgere altre attività ed impostare un piccolo laboratorio artigianale con i pochi mezzi a disposizione migliorando la qualità della vita. Per poter far comprendere le attività svolte, prettamente espressive, l'autrice ha scelto di inserire un'indispensabile documentazione fotografica..

  • RESISTERE E RIESISTERE. L'UTILIZZO DI TECNICHE SISTEMICHE NELLA RELAZIONE D'AIUTO CON DONNE VITTIME DI VIOLENZA

    Tesi finale di: Dott.ssa Sara Lazzaroni

    Relatore: Dott.ssa Cecilia Edelstein

    Anno di discussione tesi: 2007

    L'elaborato in questione analizza le attività svolte durante il tirocinio presso l'Istituto Palazzolo, comunità per donne vittime di violenza. Presso questa comunità è stata data la possibilità di operare in un contesto di Counseling, dando sostegno, sollievo, riprogettando la vita con le donne, superando il disagio derivato dalle violenze utilizzando le tecniche sistemiche. Con questa esperienza di tirocinio sono stati messi a fuoco i temi della relazione e della comunicazione come elementi basilari nella relazione d'aiuto, in grado di offrire possibilità di cambiamento e di riprogettazione nella propria vita.

    Nel primo capitolo l'autrice offre un quadro generale dell'orientamento sistemico, cercando di fornire una chiave di lettura del proprio lavoro pratico scegliendo i settori teorici su cui si è giostrata l'esperienza di tirocinio.

    Il secondo capitolo è quello riguardante il contesto specifico, il progetto, le finalità, la rete come luogo di intervento in un lavoro di counseling. La finalità di questo è quella di dare un'idea del luogo in cui si è potuto applicare quanto appreso nella scuola Shinui, sicché il lettore possa ben definire quali furono le matrici su cui si è costruito il progetto.

    Il terzo capitolo è il racconto della storia con Camilla, la cliente dell'autrice, in cui viene descritto come talune tecniche di colloquio sono state applicate nei loro incontri. Si è cercato di dare risalto alle narrazioni maggiormente significative, agli eventi che più hanno modificato e prodotto cambiamenti in Camilla e tali racconti vengono espressi tramite la lettura che ci offre l'applicazione delle tecniche.

  • RIFLESSIONI SISTEMICHE - VOL. 21

    Riflessioni sistemiche - Volume 21

    RIFLESSIONI SISTEMICHE 

    N° 21 - DICEMBRE 2019

    Lo sguardo sistemico in psicoterapia. Radici ed evoluzioni.

    Carissimi tutti,

    E' appena stata pubblicata la monografia n°21 della rivista telematica open access Riflessioni Sistemiche. Questo volume nasce con l'intenzione di fare il punto sull'approccio sistemico, sia sul piano storico-epistemologico e sia per quello che riguarda le sue possibili evoluzioni e i suoi possibili radicamenti nella rete dei servizi sanitari.

    La rivista Riflessioni Sistemiche intende porsi quale spazio editoriale on-line aperto ai contributi di studiosi appartenenti all'area del pensiero sistemico. L'impostazione della rivista vuole essere esplicitamente inter-trans-disciplinare, ed espressione di una visione di tipo "reticolare" nonché attenta nell' individuare e descrivere i processi di co-generazione e di ricorsività fra teoria e prassi. Inoltre, facendo propri quelli che sono gli obiettivi dell'AIEMS - Associazione Italiana di Epistemologia e Metodologia Sistemiche, la rivista è concepita come uno spazio dedicato all'epistemologia e allo studio dei sistemi complessi, con un particolare riguardo ad elaborazioni teoriche, modelli, e ricerche sul campo, concernenti i due ambiti specifici della sanità e della scuola.

    L'intenzione è quella di offrire un punto di riferimento editoriale per ricercatori di valore, e di collocarsi con autorevolezza nel contesto dell'attuale dibattito scientifico-culturale. Và infine specificato che la rivista Riflessioni Sistemiche ha una frequenza di pubblicazione di tipo semestrale, e che i suoi numeri sono di volta in volta dedicati ad un tema specifico, ospitando lavori firmati da studiosi di varie nazionalità, seppur con una particolare cura nel dar voce a quelle che sono le realtà di sperimentazione e ricerca presenti nel nostro paese.

    Per leggere la monografia n° 21, clicca qui

     

    Di seguito potete trovare l'indice dei saggi presenti in questa pubblicazione:

    • Sergio Boria e Giorgio Narducci - Prefazione
    • Pietro Barbetta - Complessità versus semplificazione delle cose complicate: una provocazione (pre) moderna
    • Antonella Bozzaotra - L’intervento psicologico e l’intervento formativo attraverso le teorie sistemiche
    • Luca Casadio - La lezione di Gregory Bateson non è ancora esaurita
    • Marcella Cavallo - La psicoterapia sistemica nei contesti interculturali: un possibile antidoto all’applicazione di modelli tout court?
    • Enzo de Bustis - Una riflessione sistemica sulle condizioni della sofferenza psicologica infantile in Italia
    • Maurizio Dodet - Self Meaning Psychotherapy: La dimensione Sistemico Processuale del Cognitivismo
    • Cecilia Edelstein - L’approccio sistemico pluralista. Un’inclusione possibile
    • Federico Ferrari - Navigare le categorie infinite: distinguere le dimensioni processuali nel lavoro con le identità sessuali.
    • Laura Fruggeri – Criteri metodologici per lo studio e la valutazione delle relazioni e dei processi familiari: complessità, multi-processualità, molteplicità
    • Paolo Gritti - Il paradigma psicosomatico: una prospettiva relazionale
    • Annamaria Sorrentino - Il sintomo
    • Umberta Telfener - La sistemica, una storia personale
    • Maria Laura Vittori - Aprirsi al dialogo reclutando gentilezza. Una terapeuta relazionale incontra l’Open Dialogue
  • UN FIOR DI COUNSELING. “LE EMOZIONI CHE FANNO PARTE DELLA VITA”. IL COUNSELING SISTEMICO PLURALISTA IN FARMACIA E I RIMEDI DEL DOTTOR BACH

    Tesi finale di: Dott.ssa Fabiana Vadacca

    Relatore: Dott.ssa Anna Consiglio

    Anno di discussione tesi: giugno 2020

    L’autrice, attraverso il presente elaborato, illustra l’importanza del counseling all’interno della farmacia e di come la figura del practitioner, proprio come quella del counselor, abbia l’obiettivo di esplorare le emozioni del cliente al fine di supportare, sostenere e promuovere un cambiamento positivo.

    Nel primo capitolo viene descritto che cos’è il counseling, chi è il counselor, quali sono gli attribuiti professionali e personali richiesti e la necessità di questa figura nuova della relazione di aiuto a fronte dei repentini cambiamenti socio-culturali. Viene illustrata inoltre come la figura del practitioner, operante in farmacia, si basi, proprio come il counselor, sull’esplorazione delle emozioni e delle risorse.

    Nel secondo capitolo vengono ripercorse le tappe della storia del counseling: a partire dalla teoria dei sistemi e dalla cibernetica, passando per il pensiero di Bateson alla pragmatica della comunicazione, ripercorrendo i principali esponenti della terapia familiare, per poi giungere ai giorni nostri con il Counseling Sistemico Pluralista.

    Nel terzo capitolo viene presentato Edward Bach, il padre della floriterapia, il suo pensiero e il suo metodo, quello dei “rimedi”.

    Nel quarto capitolo l’autrice espone il progetto di counseling avviato in farmacia che si pone come obiettivo la tutela della salute, la prevenzione delle malattie e il miglioramento della qualità della vita. Vengono inoltre descritte le diverse tecniche utilizzate nel counseling.

    Nel quinto ed ultimo capitolo vengono presentati da vicino due casi seguiti dalla Dott.ssa Vadacca, in cui, unendo i rimedi floreali e l’attività di counseling si è fornito supporto, sostegno e promozione del cambiamento.

  • UN MARE DI POSSIBILITÀ: I GIOVANI TRA VINCOLI E RISORSE

    Tesi finale di: Dott.ssa Alessia Ricciardelli

    Relatore: Dott.ssa Anna Consiglio

    Anno di discussione tesi: 2020

    Attraverso il seguente elaborato, l’autrice esprime l’importanza che per lei ha avuto frequentare un corso di Counseling, per i benefici che quest’ultimo ha avuto sulle sue capacità di: accogliere il dolore, i problemi dell’altro nell’ambito del volontariato e della sua vita personale.

    Il primo capitolo delinea le origini e gli assunti base del Counseling Sistemico Pluralista vigente nella scuola. L’autrice espone la storia e l’evoluzione del counseling e della terapia sistemica, dalla sua nascita ad oggi. Si concentra poi sulla descrizione delle caratteristiche del Counseling Sistemico Pluralista, dando particolare rilievo alle abilità che il counselor dovrebbe possedere.

    Nel secondo capitolo l’autrice si concentra sul Counseling Sistemico in età evolutiva. Nello specifico, dopo aver spiegato cosa si intende per ciclo di vita ed aver approfondito la fase evolutiva del giovane adulto, facendo riflessioni sui motivi che lo possono spingere a trascorrere molto tempo in una fase transitoria, in cui cerca di definire il sé e al contempo rimane attaccato al sistema famigliare di appartenenza, espone le caratteristiche e l’utilità del Counseling Sistemico in età evolutiva. Quest’ultimo può svolgere un ruolo decisivo nell’aiutare e supportare il giovane adulto a definirsi, trovare un proprio posto nel mondo, superando momenti di crisi personale.

    Nel terzo capitolo l’autrice, dopo aver descritto la storia dell’oratorio e le importanti funzioni che esso svolge, illustra il luogo presso cui ha svolto tirocinio “l’Oratorio San Giovanni Bosco a Trescore Balneario (BG)”. All’interno di esso, grazie all’aiuto di Don Giuliano, ha potuto fare tirocinio offrendo un servizio di counseling a giovani, volontari e adulti che frequentano l’Oratorio finalizzato all’ascolto di sé, al potenziamento dei propri punti di forza e allo sviluppo dell’autonomia decisionale.

    Nel quarto capitolo l’autrice illustra tre casi pratici che ha seguito durante il tirocinio e considerato molto esemplificativi. Conclude il suo elaborato dando un messaggio di speranza e chiedendo sia ad adulti e bambini di sfruttare le opportunità della pandemia, caratterizzante i primi mesi del 2020.

  • UN VENTAGLIO DI SGUARDI. APPROCCI DI COUNSELING SISTEMICO PLURALISTA IN AMBITO INTERCULTURALE

    Tesi finale di: Dott.ssa Camilla Lombardi

    Relatore: Dott.ssa Cecilia Edelstein

    Anno di discussione tesi: 2018

    Questo elaborato ha come oggetto la presentazione del Counseling Sistemico Pluralista con un'accezione particolare ai percorsi di gruppo femminili in ambito interculturale. Per avere un quadro generale rispetto a questo approccio, è stato necessario suddividere l'elaborato in tre sezioni dedicate a tematiche specifiche.

    All'interno del primo capitolo sono stati approfonditi i concetti teorici relativi al counseling con particolare riferimento alla formazione e allo sviluppo del Counseling Sistemico Pluralista.

    Nella secondo capitolo viene presentato il Counseling Sistemico Pluralista in ambito Interculturale, si illustra questa nuova metodologia emersa negli anni Ottanta con l'ingresso nell'era post coloniale e in quella post moderna caratterizzata da una particolare propensione al lavoro con l'Altro, riconoscendolo come portatore di altri saperi e valori e pari dignità. Nello specifico, è presentato il modello promosso dal Centro Shinui che si distingue per l'utilizzo del sé come tecnica di lavoro all'interno dei percorsi di counseling, per un'analisi dei processi migratori e degli aspetti psicologici che contraddistinguono le esperienze migratorie focalizzando l'attenzione sulle differenze di genere. Infine, è stata dedicata particolare attenzione alla figura delle donne migranti come nuove protagoniste nei processi migratori e al modello di lavoro di gruppo con donne.

    Nel terzo e ultimo capitolo si fa riferimento all'esperienza di tirocinio: sono descritte le applicazioni pratiche relative al progetto di tirocinio sviluppatosi a partire della metodologia del modello sistemico pluralista in ambito interculturale. Sono presentate le idee alla base di questo progetto, come la creazione di uno spazio esclusivamente al femminile volto a valorizzare e riconoscere le differenze affrontando trasversalmente il tema dell'interculturalità nei singoli incontri. Un altro aspetto esaminato è stato quello relativo della presentazione delle tecniche utilizzate con riferimento ai modelli teorici sistemici adottati sia nella fase di progettazione che in quella operativa.